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Intervista di Gianluca Spina sul libro “Emergenza scuola”
Qui l’intervista completa: https://iopenso.eu/video/i-ragazzi-sono-resilienti
I RAGAZZI SONO RESILIENTI | #IOPENSO
I ragazzi stanno male, ma sono resilienti. Questo il messaggio positivo scaturito dalla splendida conversazione intrattenuta per la piattaforma www.iopenso.eu con Patrizia Scanu (Docente liceale e psicologa) e Giuditta Fagnani (Psicologa), coautrici del libro fresco di pubblicazione “Emergenza scuola”.
Presentazione del libro “Emergenza scuola” presso la Fondazione Salutogenesi Onlus
Intervista del dottor Paolo Roberti di Sarsina e del dottor Mauro Alivia, Presidente e Vicepresidente della Fondazione Salutogenesi Onlus di Bologna.
Presentazione del libro “Emergenza scuola” presso AsSiS. Intervista del dottor Eugenio Serravalle
Intensa e competente intervista del dottor Eugenio Serravalle sul libro Emergenza scuola. I bisogni ignorati dei nostri figli nella crisi sanitaria, condotta il 17 dicembre 2020.
La DAD in teoria e in pratica. Risposta a Paola Mastrocola e a Chiara Saraceno
Paola Mastrocola e Chiara Saraceno hanno espresso su La Stampa la convinzione che l’interruzione della scuola e il ricorso alla DAD o didattica digitale possa presentare alcuni lati positivi, come il recupero di spazi di solitudine e di riflessione, la possibilità di dare spazio alla creatività svuotando la giornata da impegni frenetici, l’occasione per ripensare la didattica e innovare il modo di fare lezione.
Sulla carta, potrebbero sembrare argomenti stimolanti. Perché non vedere il lato positivo di una situazione difficile? Perché ostinarsi a volere il ritorno alla scuola in presenza? Non sarà per ragioni che non hanno a che fare con la sacra missione di studiare e imparare?
Nella realtà, invece, ragionamenti di questo tipo, che rimangono su un piano astratto, tendono ad ignorare alcuni dati di fatto di cui si sta parlando assai poco nei media. Provo a farne una sintesi parziale, basata sull’esperienza diretta e su alcuni dati della ricerca.
- La scuola non è il luogo dove si travasano informazioni, ma quello in cui si accendono fiamme di conoscenza, attraverso il dialogo, il confronto, la relazione, la condivisione, l’emozione della scoperta. Gli esseri umani sono intimamente sociali, hanno un corpo e l’assoluta necessità del contatto fisico, dei legami, della gioia e della serenità dell’apprendere insieme, attraverso l’azione, la parola e la comunicazione non verbale. Noi impariamo meglio ciò che associamo ad esperienze vitali e positive. Nella DAD tutto questo è mortificato o assente. Per quanto ci si sforzi, aspetti fondamentali dell’educazione scolastica, come l’educazione affettiva ed emotiva, l’inclusione, l’accoglienza, la solidarietà, il rispetto e l’empatia sono pressoché esclusi, con danni tanto più gravi quanto più giovani sono gli scolari. Ma sono escluse anche tutte le attività che si possono svolgere solo in presenza, come le attività di laboratorio, le verifiche scritte serie, i viaggi e le visite di istruzione.
- La DAD non è un’attività didattica liberamente scelta dal docente né richiesta dagli studenti. Se lo fosse, sarebbe certamente utile e stimolante, almeno come modalità aggiuntiva e non sostitutiva della didattica in presenza. Ma dove c’è costrizione, non ci può essere motivazione. Questo vale per i docenti e per gli studenti, i quali dicono in modo pressoché unanime che la DAD è demotivante, faticosa, triste.
- Ai ragazzi è stato tolto tutto: oltre alla scuola, le amicizie, le relazioni sentimentali, lo sport, il gruppo dei pari, lo svago, i viaggi, il divertimento, le feste, i nonni. Sono stati colpevolizzati come untori, proprio loro che sembrano ben poco toccati dal virus. Con uno sforzo di empatia, possiamo provare a metterci nei loro panni? Noi lo avremmo accettato? Gli adolescenti stanno male e nessuno sembra accorgersene. Basta chiedere loro come si sentono, per sentire risposte inequivocabili: si sentono in prigione, soffocati, privati del diritto di fare le esperienze necessarie alla loro crescita. Parlano di vita rubata, di tristezza, di peso, di mancanza di energia e di senso. Molti di loro scompaiono nel silenzio delle loro caselline sullo schermo, finché non si presentano più. Non di rado, sono i più bravi, quelli che investono di più sulla scuola e che amano leggere.
- Sono aumentati in misura preoccupante la dispersione scolastica, con punte drammatiche del 10% e più, come testimonia una ricerca del CENSIS di giugno 2020, le violenze domestiche (i traumi cranici da abuso si sono decuplicati durante la quarantena, secondo quanto emerso a ottobre al 32° Congresso dell’Associazione Culturale Pediatri), la dipendenza dal digitale, a cui sono condannati anche se non vogliono, l’ansia, lo stress post-traumatico, la depressione, i suicidi, i disturbi dell’alimentazione, l’isolamento sociale completo, la regressione delle competenze cognitive e sociali, drammatica nei ragazzi autistici. Secondo uno studio dell’ospedale Gaslini, l’86% dei minori aveva mostrato segni di disagio la scorsa primavera, stando a quanto riferito dai loro genitori. Basta leggere quanto riassunto nel Report di settembre 2020 Le conseguenze psicologiche del periodo pandemico su bambini e adolescenti ed azioni necessarie del Comunicato degli psicologi (www.comunicatopsi.org). Inoltre, il 42% degli alunni vive in abitazioni sovraffollate e non ha uno spazio tranquillo per studiare. Non dimentichiamoci che anche i loro genitori sono spesso stressati dalla perdita del lavoro o dell’attività. Quale Cultura sarà mai accessibile per loro attraverso la loro traballante connessione a Internet, in condizioni simili, nonostante lo sforzo ingegnoso dei loro insegnanti per intrattenerli? Quale beata solitudo potranno mai apprezzare?
- Stiamo assistendo ad una massiccia desocializzazione delle giovani generazioni, dagli esiti incerti, benché non imprevedibili e di cui non si conosce la scadenza. Certo, anche nella prigionia si può trovare qualcosa di buono. Tommaso Campanella scrisse La Città del Sole in una buia cella. Non è però una buona ragione per giustificare la reclusione di massa di milioni di scolari. A furia di giustificare tutto, finiremo con il considerare ineluttabili queste misure estreme, dimenticandoci che siamo l’unico Paese europeo a non aver riaperto le scuole in primavera e che in Svezia non le hanno mai chiuse, riportando solo lo 0,05% di casi COVID-19 nella popolazione fra 0 e 19 anni. La stessa percentuale della Finlandia, che ha interrotto la scuola e attuato il lockdown. Nessuna domanda, ovviamente, sul perché di questa interessante identità di risultati. Ma l’essere umano è così adattabile, che finisce per mettere le tendine anche alla finestra della sua cella. Quando non c’è più libertà, però, la scuola non è vita, ma morto indottrinamento, per non dire rieducazione ad una nuova e sinistra “normalità”.
https://www.bambinonaturale.it/2020/12/la-didattica-a-distanza-in-teoria-e-in-pratica/
Intervista di Guido Gheri sulla conferenza stampa alla Camera e sulla manipolazione del consenso
Lunga intervista per Radio Studio 54 sulla conferenza stampa tenuta alla Camera il 9 settembre 2020 insieme alla dott.sa Giuditta Fagnani e sulle tecniche psicologiche di manipolazione del consenso.
- Ieri alla Camera ha parlato di scuola. Vuole dirci com’è andata? Quali sono i principali problemi che si preannunciano all’inizio delle scuole?
- Si parla molto del patto di corresponsabilità, che i dirigenti chiedono di firmare per rientrare a scuola. Come devono comportarsi i genitori?
- Alla fine del suo intervento ha parlato di manipolazione e di tecniche di controllo comportamentale messe in atto dai mass media in questi mesi. A che cosa si riferisce?
- Ci può fare qualche esempio di manipolazione?
- Sono compatibili democrazia e manipolazione del consenso?
- Come ci si accorge di essere manipolati?
- Com’è avvenuta la manipolazione in questi mesi?
- Che cos’è il debunking?
- Ma qual è il fine della manipolazione?
- Come ci si può difendere?
- Come può aiutare la scuola a essere liberi dentro?
I problemi del rientro a scuola
Intervista a Patrizia Scanu per Rebis
L’intervista a Patrizia Scanu, insegnante, psicologa e fondatrice del gruppo Rebis, fa emergere come il rientro a scuola programmato per il 14 settembre 2020 avrà molte conseguenze negative sulla formazione e psicologia dei ragazzi. «Chi ha redatto il Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative non conosce e non ama i bambini», afferma la Scanu.
Ma ci sono molti modi di agire e opporsi legalmente alle imposizioni eccessive e inadeguate del governo, non solo per quanto riguarda il settore scuola ma anche in ambiti medici, giuridici ed economici.
Un video di utili referenze.
Tratto dal sito https://grupporebis.org
La scuola: ciò che i bambini dovranno affrontare e che cosa possiamo fare
Intervista per Dentro la notizia del 3 agosto 2020
Quali sono le possibili conseguenze psicologiche delle misure previste per il rientro a scuola? Che cosa cambia per la didattica? Che cosa si può fare? Lo spiego insieme a tre insegnanti de La scuola che accoglie.
Bibliografia di riferimento:
(1) UN Policy Brief: The Impact of COVID-19 on children, 15 April 2020
(2) Pellai, Alberto (2020) Il distanziamento fisico e i bisogni evolutivi del bambino.
(7) Marcotte, Unscheduled School Closings and Student Performance
(8) Cooper, H., Nye, B., Charlton, K., Lindsay, J., & Greathouse, S. (1996). The Effects of Summer Vacation on Achievement Test Scores: A Narrative and Meta-Analytic Review. Review of Educational Research, 66(3), 227–268. https://doi.org/10.3102/00346543066003227
(9) Long run consequences of the COVID-19 pandemic on social inequality
Portrait of Guido Neidhöfer di Guido Neidhöfer
https://www.latinamerica.undp.org/content/rblac/en/home/blog/2020/consecuencias-de-la-pandemia-del-covid-19-en-las-desigualdades-s.html
(12) Children and COVID-19, National Institute for Public Health and Environment
https://www.rivm.nl/en/novel-coronavirus-covid-19/children-and-covid-19?fbclid=IwAR2wvVGySgoykC6k30Bp_6ClLhGyaqNdV4txIxizxbwdrsxrDxsHDu7i4Pk
(14) Prevalence of COVID-19 in children in Baden-Württemberg Preliminary study report Klaus-Michael Debatin et al.
https://www.klinikum.uni-heidelberg.de/fileadmin/pressestelle/Kinderstudie/Prevalence_of_COVID-19_in_BaWu__.pdf
(15) Sugli effetti collaterali delle mascherine: Risposta rapida sul BMJ a Greenhalgh, da parte dell’epidemiologo Lazzarino e del suo team dell’University College London
(16) Revisione sistematica sull’efficacia delle mascherine: Facemasks and similar barriers to prevent respiratory illness such as COVID-19: A rapid systematic review Julii Brainard, Natalia Jones, Iain Lake, Lee Hooper, Paul R Hunter
Si ringraziano A. Basso, V. Flamini, E. Franchini, S. Gandini per il lavoro di sintesi della letteratura sull’argomento.
A scuola! Manifestazione del 25 luglio a Milano
Interventi di:
- Dr. Eugenio Serravalle
- Dr. Luca Speciani
- Dr. Sabino Pavone
- Avv. Nino Filippo Moriggia
- Avv. Alessandra Devetag
- Referente CFU Lucia Lovecchio
- Referente ANFFAS Mauro Brambilla
- Referente MGL Sara Anzellotti
- Dr. Sergio Segantini
- Prof. Ivano Spano
- Insegnante SCA Arianna Pala
- D.sa e Docente Patrizia Scanu
- Insegnante Danilo D’Angelo
Manifesto
I bambini hanno sofferto più di altri le conseguenze di un lockdown rigido e prolungato che ha provocato danni importanti alla loro salute psico-fisica.
Studenti e famiglie sono stati di fatto abbandonati, non è stato permesso nemmeno un ultimo giorno di scuola ai ragazzi giunti alla fine del ciclo scolastico, gli esami in presenza si sono svolti con enormi difficoltà, il piano per la ripartenza a settembre è pieno di incognite.
La prolungata chiusura delle scuole ha determinato gravi danni di tipo cognitivo, emotivo e relazionali in bambini e ragazzi, che si ammalano molto poco di Codiv-19 e, quando ciò avviene, presentano manifestazioni cliniche blande con un rischio di trasmissione molto basso.
Denunciamo il ritardo educativo che la didattica a distanza non è riuscita a supplire, nonostante gli sforzi e l’impegno di gran parte degli insegnanti.
Segnaliamo l’assenza di interventi adeguati per i bambini affetti da disabilità o patologie croniche, per quelli fuori famiglia, per quelli chi vivono in condizione di povertà e marginalità, per quelli di famiglie problematiche, ancora una volta dimenticati.
E’ urgente offrire soluzioni valide alla crisi educativa e sociale, abbandonare norme e regole non sorrette da prove chiare non sostenibili né dal punto di vista organizzativo né da quello economico nella vita scolastica e sociale futura dei bambini.
Non si può far pagare ai bambini il peso delle esitazioni, dell’ignoranza e dell’ignavia. Essi hanno diritti inalienabili e non possono essere più le vittime sacrificali di modelli epidemiologici rivelatisi clamorosamente errati.
Consapevoli che qualsiasi scelta comporterà dei rischi, chiediamo al Governo di fornire ai cittadini gli strumenti per continuare a vivere una vita il più possibile sana attraverso strumenti e misure specifiche per la convivenza con la Covid-19, senza per questo rinunciare alla propria Vita e alla propria Salute, bilanciando attentamente rischi e benefici.
I bambini/e hanno diritto a una socialità libera, senza paure e ricatti, in sicurezza.
Devono essere al centro della società, vivere da protagonisti in nuove comunità educanti, con modelli di vita rispettosi dei loro bisogni. L’educazione è un patrimonio collettivo, non un fatto privato di competenza delle sole famiglie. Vogliamo che l’avere cura di bambini e ragazzi diventi una preoccupazione pubblica, e come tale influenzi le decisioni non solo sul futuro della scuola, ma sull’organizzazione di tutta la società.
I bambini/e hanno diritto ad una Scuola riformata, a loro misura.
Sono necessarie profonde riforme, con un approccio pedagogico ed educativo che valorizzi i talenti e potenzi l’inclusione, realizzi una didattica interdisciplinare e per campi d’esperienza che vada oltre la suddivisione artificiosa in discipline, diffonda la pratica delle scuole all’aperto, utilizzi forme di valutazione formativa che permettano il superamento della pratica dei voti numerici.
I bambini hanno diritto ad una scuola da amare, da vivere con gioia.
La scuola deve diventare il luogo privilegiato di apprendimento non solo di nozioni ma anche di socialità, di inclusione, di cooperazione, di condivisione di esperienze diverse.
Il Comitato Organizzatore
Intervista con Guido Gheri sul rientro a scuola
Lunga intervista per Radio Studio 54 sulla questione del rientro a scuola a settembre.
- Quali sono gli aspetti più problematici della ripresa delle lezioni?
- Quali debolezze strutturali della scuola rendono difficile la ripresa?
- Quali conseguenze hanno avuto sui bambini e sugli adolescenti i mesi del lockdown?
- Appare ragionevole e proporzionato l’obbligo di mascherine, distanziamento sociale, didattica a distanza?
- Che cos’è la scuola? Come dovrebbe essere?
- Le sedie con le rotelle sono una buona idea?
- Quanto è accetabile che le scuole diventino presidi sanitari?
- Che cosa potrebbero fare insegnanti, genitori e studenti per riavere una scuola normale?
- Come si spiega tanta preoccupazione per il rientro a scuola?