Non potendo riassumere qui tutta la lunga e articolata discussione della questione che ho già condotto in altri articoli, rimando ad essi per il necessario approfondimento degli aspetti controversi sia della legge Lorenzin sia della vaccinazione di massa.
L’obbligo vaccinale, ovvero: chi decide della salute dei bambini? [parte prima]
L’obbligo vaccinale: come orientarsi fra le diverse posizioni in campo? [parte terza]
L’obbligo vaccinale: come orientarsi fra le diverse posizioni in campo? [parte quarta]
L’obbligo vaccinale: come orientarsi fra le diverse posizioni in campo? [parte quinta]
Benché sedate da una censura ferrea e sistematica, le polemiche sulla legge Lorenzin che impone l’obbligo vaccinale per 10 vaccini (14 compresi quelli consigliati) per i minori di età compresa fra 0 e 16 anni sono più vive che mai. Molti genitori, sebbene traumatizzati dal carattere repentino, fortemente coercitivo e discriminatorio della norma, continuano a resistere e a rifiutare la vaccinazione obbligatoria. Anzi, i gruppi e le associazioni per la libertà vaccinale si sono riorganizzati e appaiono sempre più agguerriti.
In questi mesi, moltissimi genitori hanno letto, studiato, approfondito l’argomento e la loro indignazione è salita alle stelle. Per molti di loro, addentrarsi negli aspetti problematici delle vaccinazioni di massa ha avuto l’effetto di renderli sempre più consapevoli della gravità e dell’arbitrarietà delle colossali bugie, delle mistificazioni, delle assurdità scientifiche che sono state addotte dalle autorità politiche e mediche per giustificare l’ingiustificabile, per di più con modalità comunicative più degne di un regime autoritario che di una democrazia. Si è infatti diffusa la consapevolezza che non si tratta di una questione sanitaria, ma di una vera minaccia alla democrazia e ai diritti umani fondamentali, da combattere con ogni mezzo e senza sconti, e non limitata ai confini nazionali.
In questo articolo, mi propongo due obiettivi: la critica politica al decreto Lorenzin e la proposta di una legge che risponda pienamente ai principi democratici (in particolare, agli articoli 3, 32 e 34 della Costituzione, violati da questa legge) e al rispetto dei diritti umani, che sono sempre più minacciati e ignorati ovunque.
Come già detto in altri articoli, il decreto Lorenzin nasce non da un’esigenza sanitaria nazionale, ma da un opaco e misterioso accordo internazionale del 2014 con le multinazionali del farmaco, sotto l’egida della presidenza Obama, il GHSA (Global Health Security Agenda). Il suo peccato originale è perciò la subordinazione della salute dei bambini italiani al rispetto di un accordo di natura prevalentemente politico-commerciale, nonché la natura sperimentale di tale iniziativa, nel senso che non è stata accompagnata da nessuno studio clinico che valuti i potenziali rischi di un aumento delle dosi vaccinali obbligatorie da 4 a 10. Il governo, cioè, non è nemmeno stato sfiorato dalla considerazione dei rischi di tale misura per i bambini italiani ed ha agito per ragioni diverse da quelle della tutela della salute. Il continuo richiamo a presunte soglie di immunità di gregge, appena guardato da vicino, vaccino per vaccino, mostra tutta la sua inconsistenza e insufficienza esplicativa, fino a configurarsi come un semplice pretesto, non basato su evidenze scientifiche. Si può approfondire qui al punto 1 e qui al punto 7. Questo è il prospetto preparato dal prof. Paolo Bellavite (Università di Verona).
Big Pharma, d’altro canto, preme a livello internazionale e sponsorizza le campagne sanitarie di ogni tipo, anche quelle inutili, promosse da organismi quali l’OMS (a cui contribuiamo anche noi Italiani) e il GAVI, che adoperino in modo massiccio i farmaci da esse prodotti e quando serve, non esita a corrompere funzionari statali e politici, come successo in Italia (caso De Lorenzo – Poggiolini, e non solo) e di recente in Cina (anche qui) e, come sembra, in Grecia, per fare solo tre esempi. Il probabile, quando non palese, conflitto di interessi di alcuni medici della Sanità pubblica, che ricevono incarichi retribuiti o altre forme di finanziamento dalle aziende farmaceutiche rappresenta un grave pericolo per l’imparzialità delle istituzioni pubbliche. Le sliding doors dei medici fra sanità pubblica, aziende private e organismi sanitari internazionali, finanziati sia dagli Stati che dai privati, sono assai frequenti in ambito vaccinale.
In secondo luogo, appare contestabile l’arbitrio della decretazione d’urgenza (art. 77 Cost.) e la fiducia imposta in Parlamento per la conversione in legge. Non c’era e non c’è alcun rischio epidemico che giustifichi il decreto-legge, benché i media abbiano gonfiato in modo manipolativo i dati di alcune malattie per suscitare allarme, secondo uno schema propagandistico ben collaudato. Invece, la fretta con la quale il testo di legge è stato scritto lo ha reso confuso e contraddittorio, impedendo le necessarie correzioni in sede parlamentare. Nell’applicazione della legge, si è registrato il caos: circolari contraddittorie hanno interpretato in senso restrittivo la norma, forzandone il carattere coercitivo, le Regioni sono state scavalcate, i centri vaccinali non erano preparati (niente fondi aggiuntivi), le scuole non sapevano che fare e si sono mosse in ordine sparso, i genitori si sono ritrovati sotto shock, perché si sono trovati i figli espulsi da asili nido e scuole d’infanzia da un giorno all’altro, ancora adesso non si capisce nulla di come vengano applicate le sanzioni. Un pessimo esempio di stalking burocratico.
In terzo luogo, risulta assai preoccupante la mancanza di un adeguato rafforzamento della vaccino-vigilanza attiva, ovvero del sistematico follow-up dei soggetti vaccinati, che ha mostrato finora evidenti lacune, per non dire di peggio. I casi segnalati nella migliore delle ipotesi sono un decimo di quelli reali, ma potrebbero essere molti di meno dei casi effettivi. Quando si conducono studi di vaccinovigilanza attiva, come nel caso del report della Regione Puglia relativo ai vaccinati con la prima dose di MPRV nel 2017, i risultati sono agghiaccianti: 40% di effetti avversi segnalati, 4% quelli gravi, di cui tre quarti sicuramente correlati al vaccino. Significa 30mila danneggiati gravi per ogni milione di bambini per una sola dose di un solo vaccino, il tutto assolutamente passato sotto silenzio dalle autorità sanitarie, che, con un gioco di prestigio, riescono a presentare i dati in forma annacquata, senza che i media se ne accorgano.
Non solo, neppure la vigilanza passiva, basata sulle segnalazioni dei medici e dei cittadini, appare rafforzata: sostanzialmente vengono scoraggiati i medici che segnalano, visto che viene incentivata con compensi aggiuntivi in base al numero delle dosi la loro disponibilità a vaccinare, vengono radiati i medici che osano sconsigliare in scienza e coscienza la vaccinazione, avanzare dubbi e presentare dati poco rassicuranti o perizie autoptiche inequivocabili e i genitori dei danneggiati vengono trattati come degli ignoranti paranoici. L’AIFA, come osservato dal dott. Fabio Franchi, continua a sottolineare che la segnalazione del danno (grave) non implica relazione causale con il vaccino, ma nemmeno verifica in modo sistematico l’effettiva esistenza di una correlazione causale, per cui certamente la relazione causale non si trova quasi mai e viene negata a prescindere da ogni dato di fatto. Aumentare il numero di dosi vaccinali senza prevedere un’adeguata forma aggiuntiva di vigilanza sugli effetti avversi, che ovviamente aumenteranno, dimostra una irresponsabilità politica sconcertante e, secondo molti genitori più consapevoli, addirittura criminale.
Tutta da verificare poi la qualità di prodotti vaccinali per i quali le aziende produttrici non rispondono penalmente. Le analisi commissionate dal Corvelva a diversi laboratori indipendenti ci rivelano prodotti di pessima qualità e di dubbia efficacia. Spicca inoltre l’assenza di uno studio longitudinale serio e sistematico che confronti la salute dei bambini vaccinati con quella dei non vaccinati, che nessuna istituzione pubblica né in Italia né altrove in realtà è disponibile a condurre (e a molti non sfugge quale potrebbe esserne la ragione. Lo spiega la dottoressa Bernadine Healy, cardiologa statunitense direttrice del NIH, National Institut of Health: non si vuole mettere in discussione la politica vaccinale).
In quarto luogo, risulta ingiustificabile la riduzione dei fondi per il risarcimento dei danni vaccinali, pur in previsione di un aumento dei casi, segno di una sostanziale e ulteriore indisponibilità dello Stato a farsi carico delle numerose vite rovinate dall’obbligo vaccinale. Si tratta di un’ulteriore violazione costituzionale, questa volta dell’art. 81. Peraltro, anche a fronte di conclamata causa vaccinale, migliaia di danneggiati aspettano ancora l’indennizzo dovuto.
In quinto luogo, l’esclusione scolastica dei bambini da 0 a 6 anni non vaccinati appare una misura dettata unicamente da un atteggiamento ricattatorio e privo di ogni significato sanitario. Come si è detto, non è infatti per nulla giustificata né dall’esigenza di proteggere i bambini immunodepressi, che sono esposti agli agenti patogeni in tutti gli ambienti di vita, non solo a scuola, anche per malattie diverse da quelle coperte da vaccino, e che sono molto più in pericolo in presenza di bambini appena vaccinati e contagiosi (si veda qui al punto 7) né tanto meno, come assurdamente è stato sostenuto sui media, dall’esigenza di proteggere i vaccinati, che non dovrebbero temere nulla, se è vero che i vaccini li proteggono. Semmai, sono i non vaccinati a rischiare di contrarre malattie dai vaccinati, cosa peraltro messa in conto dai loro genitori, che se ne assumono la responsabilità.
Dal punto di vista psicologico ed educativo, questa estromissione, avvenuta ad iscrizione già effettuata o ad anno scolastico inoltrato, non di rado con modalità ottuse e irrispettose, rappresenta un danno irreparabile per questi bambini, genera un’odiosa e ingiustificata discriminazione nei loro confronti, rafforzata dai toni violentemente discriminatori e accusatori di alcuni medici irresponsabili che, come ringhiosi inquisitori, hanno alimentato campagne di odio persecutorio verso bambini sotto i 6 anni degne delle leggi razziali del 1938. Sui social network, orde di genitori rabbiosi si sono scagliati contro i bambini non vaccinati come la folla milanese contro gli untori durante la peste manzoniana, e con uguale fondamento scientifico. D’altra parte, oggi come allora, di fronte ad una legge discriminatoria e ingiusta, emergono subito i burocrati zelanti, che obbediscono senza farsi domande. Non sempre la storia insegna qualcosa.
Dal punto di vista sociale, le famiglie private dell’asilo nido e della scuola d’infanzia da un giorno all’altro e senza preavviso, sono state costrette a imprevisti riadattamenti della vita familiare, a costi aggiuntivi e allo stress di norme incomprensibili e in non pochi casi le madri lavoratrici preoccupate per gli effetti avversi (spesso per averne già fatto esperienza) hanno dovuto rinunciare a lavorare. Per le famiglie monoparentali, si è consumato un vero dramma.
Dal punto di vista politico, questa legge rappresenta una palese violazione dei principi costituzionali, spia della presenza di forti pulsioni autoritarie e di una profonda bassezza morale, benché camuffata a reti unificate da ragioni pretestuose e indimostrabili di salute pubblica, oltre che da plateali bugie. Costituisce infine probabilmente un boomerang, perché ha svelato a molti genitori la natura infida, dispotica e interessata del potere politico e ispirato una profonda e non comprimibile spinta alla ribellione, la cui onda lunga si farà sentire nei prossimi anni.
Verso gli alunni più grandi, da 6 a 16 anni (ma la legge è scritta in modo così sciatto che non è ancora chiaro se siano compresi i ragazzi fra i 16 e i 17 anni), l’aver prescritto il numero massimo di due allievi non vaccinati per classe genera stigma sociale, discriminazione, violazione della privacy, discontinuità educativa, senza essere giustificato da alcuna ragione scientifica. Infine, il considerare assolto l’obbligo vaccinale mediante il pagamento di una multa vanifica la libertà di scelta in materia sanitaria, rendendola punibile con un balzello economico odioso e immotivato, oltre che non progressivo, e genera disparità di trattamento in base all’età.
In sesto luogo, appare irrisolto il problema del consenso informato. È obbligo deontologico del medico e prescrizione del Codice di Norimberga e della Convenzione di Oviedo (per la discussione etico-giuridica si legga qui) che un trattamento sanitario sia volontario e che il paziente sia informato dei potenziali rischi, per poter esprimere un consenso informato. Ai genitori che portano i figli alla vaccinazione, viene richiesto di firmare un modulo di consenso informato. Ma che significa “informato”? Raramente vengono esposti ai genitori i rischi dei vaccini, la loro composizione inquietante per molti aspetti (si veda qui, al punto 5), la loro efficacia alta o bassa, i potenziali rischi di contagio, l’esistenza di soggetti non responders (che non saranno affatto immunizzati dal vaccino) o predisposti a gravi patologie che potrebbero essere danneggiati, i potenziali effetti avversi gravi o gravissimi anche a lungo termine e il dovere di segnalarli, il fatto che alcuni prodotti vaccinali siano sottoposti a monitoraggio addizionale e quindi non ancora completamente testati o che vengano usati vaccini testati per fasce d’età diverse da quella del soggetto. In realtà, l’informazione necessaria non è disponibile nemmeno per il medico che vaccina. Il famoso studio comparativo serio, controllato e randomizzato fra vaccinati con 10 vaccini e non vaccinati non c’è, quindi il medico vaccinatore in realtà non sa se ci sia o meno un rischio aumentato. E ciò che si ignora non per questo non esiste. Per definizione, il vaccino viene presentato come un preparato innocuo, efficace, che presenta solo vantaggi. Se però il genitore arriva preparato, dopo aver letto libri, articoli scientifici, schede tecniche dei vaccini, liste di ingredienti, portando certificazioni mediche di patologie croniche collegabili alle vaccinazioni secondo un corpus rilevante di studi scientifici, e decide di non far vaccinare il figlio per mancanza di risposte soddisfacenti dell’istituzione sanitaria, il rifiuto di firmare il modulo viene sanzionato con la multa o con l’espulsione dalla scuola. In che cosa consiste dunque la libertà del consenso? Può un’opzione libera essere soggetta a sanzione? E può esserci obbligo in presenza di rischi gravi o in assenza di certezze di innocuità? A fronte di mille studi che non rilevano relazione causale fra vaccini e patologie, ne bastano anche pochi che la individuino per invocare il principio di precauzione. E ce ne sono centinaia. Uno studio recente ne cita 1200.
In settimo luogo, appare irragionevole l’assenza di esami prevaccinali e standardizzazione della profilassi. Benché infatti la legge 119 preveda l’effettuazione di esami prevaccinali per verificare l’avvenuta immunizzazione naturale per le malattie coperte da vaccino e la possibilità di ricevere vaccini monodose, in caso di immunità precedente, e benché una legge precedente (DL 124/1998, art. 2 lett. b) preveda la gratuità di tali esami, una circolare (al punto 3) ha ingiunto ai medici e ai pediatri di base di non prescrivere tali esami a titolo gratuito e i vaccini monodose sono pressoché irreperibili (costerebbero molto meno dei prodotti polivalenti, che sono coperti da brevetto). Si somministrano gli stessi e costosissimi prodotti polivalenti a tutti, anche a chi è già immunizzato naturalmente. Di fatto, quindi, l’unica anamnesi possibile, anche in caso di familiarità con gravi patologie, è quella a vista. Non c’è nemmeno il tempo di un colloquio approfondito, dato il sovraffollamento delle ASL. Per un neonato di poche settimane, si tratta di una vera roulette russa; per un bambino più grande, si corre il rischio di somministrare dosi inutili, con aggravio di rischio per lui e i costi per lo Stato. Un trattamento medico preventivo, la cui efficacia soggettiva è sconosciuta, somministrato in modo standardizzato a prescindere dalle condizioni generali di salute dei bambini e riconoscendo come unica controindicazione praticamente solo lo shock anafilattico, non può che avere effetti imprevedibili per tutti quei soggetti che presentano una vulnerabilità genetica o condizioni particolari, ma non visibili, che, associate alla vaccinazione, possono produrre effetti avversi anche gravissimi, segnalati peraltro nei documenti della case farmaceutiche come risultanti dagli studi clinici sul vaccino. Lo dimostra anche la relazione di illustri luminari nell’inchiesta parlamentare della Commissione Difesa. L’irrazionalità della misura si palesa, se si pensa che non c’è nessuna emergenza epidemica in atto. Un vantaggio incerto, a fronte di un rischio certo o probabile, contrasta con il principio ippocratico primum non nocēre.
In ottavo luogo, il rapporto fra Stato e cittadini viene gravemente compromesso da questa legge liberticida. Un Ministro arrogante e incompetente, che pontifica su tutti i media asserviti imbonendo e spaventando il pubblico con plateali bugie, mai smentita o corretta, anzi, rinforzata da autorità sanitarie che dovrebbero tutelare la salute pubblica per compito istituzionale, la censura illiberale perfino della visione di film di denuncia come Vaxxed o dei manifesti affissi dalle associazioni contrarie all’obbligo, la censura clamorosa della parte della relazione parlamentare della Difesa sulle vaccinazioni, la censura dei documenti critici su Internet con la scusa delle fake news, l’occultamento nei media di ogni evidenza contraria alla fede cieca nel valore salvifico delle vaccinazioni di massa, la diffamazione sistematica e autoritaria dei cittadini critici e dei medici scrupolosi fanno somigliare questa politica sanitaria più al fascismo che alla democrazia. Le strategie comunicative utilizzate sono identiche a quelle indicate da Goebbels per la propaganda nazista contro gli Ebrei. Gli esiti politici più nefasti cominciano sempre con progressione graduale. Non c’è nulla di cui stare tranquilli, perché se il pubblico accetta il gioco al massacro, la china è pericolosamente in discesa. Al di là delle intenzioni esplicite di questa classe politica, un linguaggio così discriminatorio e intossicante genera assuefazione delle menti e distrugge il tessuto stesso della democrazia, che è fatto di tolleranza, di libertà, di dialogo, di solidarietà e di inclusione sociale.
Per un partito come il PD che vanta un antifascismo solo di facciata, questo autoritarismo sanitario, che proclama la natura non democratica della scienza, che addita i bambini non vaccinati come dei pericolosi untori e i loro genitori come nemici del popolo e che tratta i medici dissenzienti come eretici infedeli, soggetti a scomunica dalla Santa Inquisizione autoproclamatasi scientifica e così curiosamente vicina gli interessi di Big Pharma, rappresenta veramente la caduta della maschera di un potere intrinsecamente feroce e dispotico. Forse non viene pienamente percepita dai vertici della politica nazionale, ma la rottura del patto di fiducia con una parte consistente di cittadini più consapevoli è totale e irrimediabile. E quando il contratto sociale viene così gravemente violato, al punto che lo Stato si arroga il diritto di entrare intrusivamente nel corpo dei cittadini più indifesi e lo fa con determinazione così violenta e intollerante, la disobbedienza civile può assumere forme imprevedibili. In questo senso, non si tratta solo di un esperimento sanitario, ma di un esperimento politico in grado di saggiare la capacità di reazione democratica del popolo italiano. Lasciarsi fare questo vuol dire mostrarsi inermi a qualunque arbitrio del potere, che potrà controllare ciascuno di noi mediante obblighi e vessazioni altrettanto ingiusti e intrusivi, giustificati con ragioni pretestuose.
Questa è la ragione per la quale da mesi continuo a portare l’attenzione delle persone sinceramente democratiche sull’obbligo vaccinale. Questa legge, oltre ad essere contraria alla Costituzione, è pure contraria alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Articolo 3, pag. 9), che afferma chiaramente : “Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge”. La Convenzione del Consiglio Europeo per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti dell’applicazione della biologia e della medicina afferma chiaramente: “L’interesse e il bene dell’essere umano debbono prevalere sul solo interesse della società o della scienza” (Articolo 2 – Primato dell’Essere Umano) . Essa afferma anche: “Un intervento nel campo della salute può essere effettuato solo dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato su di esso. Questa persona deve ricevere innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e rischi. La persona interessata può liberamente ritirare il proprio consenso in qualsiasi momento.” (Articolo 5 – Regola Generale)
Occorre perciò contemperare, in un testo normativo, i principi di protezione della salute personale, di tutela del bene comune, di personalizzazione della cura e di libertà di scelta in materia sanitaria, ricordando che la maggior parte dei vaccini sono studiati per la protezione personale e non per contenere le epidemie e che ci deve essere congruenza fra la misura preventiva e il rischio di contagio (quando la malattia ha bassa o bassissima incidenza e il rischio di contagio è scarso, può non aver senso vaccinare a tappeto, sia per i rischi sia per i costi). Occorre infine considerare che per alcune malattie ci sono forme alternative di prevenzione e/o di terapia e che la vaccinazione di massa può influire sulla selezione di ceppi di microorganismi resistenti per pressione selettiva, vanificando l’effetto della vaccinazione.
Una legge vaccinale rispettosa dei diritti costituzionali, partendo dall’indispensabile abrogazione della legge 31 luglio, 2017, n° 119, potrebbe prevedere le seguenti misure:
1) La libertà di scelta in materia vaccinale, come nella maggior parte dei Paesi europei. Si può considerare l’obbligo temporaneo solo in caso di gravi epidemie, opportunamente definite dalla legge.
2) Abolizione di ogni forma di sanzione per i genitori che decidono di non vaccinare i figli.
3) Abolizione di ogni obbligo di vaccinazione e di ogni certificazione vaccinale per l’accesso alle scuole e alle professioni.
4) Monitoraggio molto stretto dei conflitti di interesse in ambito sanitario ed espulsione dalle istituzioni pubbliche di figure professionali coinvolte a qualsiasi titolo con le aziende farmaceutiche.
5) Promozione di campagne sanitarie per le vaccinazioni gratuite di soggetti a rischio.
6) Sovvenzione a centri di ricerca pubblici che studino e producano vaccini non soggetti a brevettazione e disponibili in formulazione monodose e sostituzione più ampia possibile di vaccini prodotti da enti pubblici nazionali o internazionali ai vaccini commerciali, assai più costosi.
7) Finanziamento e rafforzamento degli organismi indipendenti di farmacovigilanza attiva sui vaccini.
8) Obbligo per i medici e il personale sanitario di segnalare agli enti di sorveglianza gli effetti avversi, con relativa sanzione per gli inadempienti.
9) Obbligo, per il personale sanitario addetto alle vaccinazioni, di fornire un’informazione completa agli utenti e di segnalare ingredienti, rischi di contagio ed effetti avversi dei singoli preparati vaccinali, per consentire la sottoscrizione di un autentico consenso informato.
10) Nessun incentivo economico ai medici per l’attività di vaccinazione.
11) Promozione e finanziamento di studi approfonditi e sistematici di comparazione fra soggetti vaccinati e non vaccinati a breve, medio e lungo termine; sulla relazione fra effetti avversi ed età di somministrazione; sull’effetto singolo e combinato degli adiuvanti e degli eccipienti dei vaccini, come avviene per gli alimenti; trial clinici controllati e randomizzati sull’efficacia dei singoli preparati vaccinali (che oggi non vengono fatti per presunte ragioni etiche); ricerche sulle alternative alla vaccinazione nella prevenzione e nella profilassi delle malattie infantili; studi sugli esami atti a prevedere possibili danni vaccinali (adversomica).
12) In caso di utilizzo di preparati vaccinali commerciali, attribuzione di responsabilità civile e penale degli effetti avversi in capo alle aziende produttrici e possibilità di class action dei cittadini.
13) Messa al bando da ogni commessa pubblica delle aziende già condannate in via definitiva anche in altri Paesi per frode, corruzione, finanziamento illecito e violazione delle norme di sicurezza in materia sanitaria.
14) Controllo meticoloso, costante e trasparente dei singoli lotti vaccinali, attuato nei laboratori pubblici e volto ad escludere contaminazioni da materiale biologico estraneo, nanoparticelle, sostanze chimiche e metalliche, residui del processo di lavorazione.
15) L’approvazione di una nuova legge sulle autopsie, che superi le ormai obsolete indicazioni della circolare Fani del 1910 e sostituisca alla conservazione in formalina la crioconservazione dei campioni autoptici, perconsentire la rilevazione di virus e batteri nei tessuti e l’accertamento dei danni vaccinali.
16) La tutela completa, immediata e adeguata delle persone danneggiate dalla vaccinazione, se consigliata dalla Sanità pubblica.
17) L’effettiva gratuità degli esami sierologici prevaccinali e degli esami volti ad approfondire altri aspetti della salute, in caso di patologie individuali o di familiarità a patologie gravi (per esempio, autoimmuni).
18) L’obbligo per la stampa di un’informazione completa, corretta e imparziale in materia sanitaria.
Questa la mia proposta. La lascio alla libera discussione dei lettori.
Invito alla lettura del libro di Paolo Bellavite, Vaccini sì, obblighi no, Cortina ed., 2017 e al volume AA. VV. (a cura di Roberto Gava), Le vaccinazioni di massa. Prevenzione, diagnosi e terapia dei danni, Salus Infirmorum ed., 2014.
La mia proposta accoglie alcuni spunti provenienti dalla riflessione politica del gruppo FB Free-Vax Italia, al quale va il mio ringraziamento.