Dalla formazione alla formattazione. Così il Piano Scuola 4.0 punta alla demolizione della scuola italiana attraverso un decreto legge di fatto incostituzionale. In questa nuova puntata di “Piazza Libertà” Armando Manocchia ci accompagna nel “progetto di distruzione” della scuola italiana. Ospiti di questa puntata: Patrizia Scanu, insegnante e psicologa; Filomena Maggino, professore di Statistica sociale Università La Sapienza di Roma; lo psichiatra Alessandro Meluzzi e Daniele Trabucco, costituzionalista.
Qui si può scaricare il documento della VII Commissione del Senato sull’impatto del digitale sugli studenti:
Piatti di pasta brulicanti di vermi e altri insetti, fritture di cavallette e blatte, latte di scarafaggio, sontuosi panini farciti con larve e presentati come una specialità gastronomica e una necessità senza alternativa. La galleria degli orrori alimentari si arricchisce di giorno in giorno di nuovi, stomachevoli risvolti.
Siamo all’ennesima Finestra di Overton, una delle tante aperte in questi tre anni di colpo di stato globale. I padroni del mondo vogliono farci diventare mangiatori di insetti e non da ora. Per capire che non si tratta di un caso, basta fare qualche passo indietro. Nel 2013 la FAO, organismo dell’ONU per il cibo e l’agricoltura, pubblica un documento di 200 pagine[1], conclusivo di un percorso pluriennale di ricerca, intitolato “Insetti commestibili. Prospettive future per il cibo e per la sicurezza alimentare”. Già nel titolo e nella prima riga della premessa compaiono due concetti-chiave del linguaggio globalista e malthusiano che ben conosciamo: la presunta “sicurezza”, in questo caso alimentare, e l’ossessione per l’aumento della popolazione mondiale: “È largamente accettato che intorno al 2050 il mondo ospiterà 9 miliardi di persone. Per accogliere questo numero, l’attuale produzione di cibo dovrà almeno raddoppiare”. La ricetta fornita unisce il disprezzo per la plebe umana e il paternalismo tipico dell’élite che, intanto, pasteggia a caviale e champagne, senza dover rendere conto a nessuno dei suoi progetti insensati e liberticidi. La retorica (ingannevole) è sempre la stessa: “Non c’è alternativa” (solo per la plebe, naturalmente). Per la stesura del documento, la FAO collaborò con il Laboratorio di Entomologia dell’Università di Wageningen in Olanda, guarda a caso il primo Paese europeo a somministrare insetti ai bambini nelle mense scolastiche.
Certamente è vero che gli insetti costituiscono una fonte di cibo per numerose popolazioni da molto tempo. Ma, in primo luogo, non costituiscono né l’unica né la principale fonte di proteine, ma solo una varietà di cibo in una dieta molto più ricca e varia, e, in secondo luogo, nella scelta di ciò che è “buono da mangiare” hanno un ruolo fondamentale i fattori culturali. Secondo la teoria del foraggiamento ottimale dell’antropologo Marvin Harris, un cibo è pensato culturalmente come commestibile se è disponibile in grande quantità e se procurarselo costa meno calorie che mangiarlo. Gli insetti in Europa sono molto meno presenti che in altri continenti, sono dispendiosi da reperire e sono disponibili fonti alternative di proteine; questo spiegherebbe perché non sono tradizionalmente considerati cibo. Il rifiuto culturale di un alimento è accompagnato da disgusto, ma nel futuro mondo senza libertà e senza identità culturali tutto sarà possibile a chi avrà il monopolio delle risorse alimentari e potrà distribuirle secondo gli standard che preferisce. Come non accettare gli insetti, nuovo cibo per nuovi poveri, se l’alternativa sarà la fame per i più? Descrive bene questa situazione il film allegorico del regista coreano Bong Joon Ho “Snowpiercer”, uscito nel 2014. Da guardare.
Il problema del disgusto per l’entomofagia è infatti al centro delle preoccupazioni del World Economic Forum. In un articolo[2] del luglio 2021, in piena pandemia, che inizia con la frase rituale “La popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi entro il 2050” (proprio la stessa di prima!), viene spiegato che gli insetti sono fonte di proteine, sono salutari, sono prodotti in modo “sostenibile” (altra parola magica), sono un ottimo fertilizzante naturale, ma che il principale ostacolo al loro consumo alimentare sono le “idee preconcette” (a questo si riduce la cultura!). Due anni prima, sempre sul sito del WEF, uno psicologo, professore all’Università di Auckland, scriveva che il disgusto, pur avendo l’ovvia utilità di produrre avversione per cibi dannosi, presenta anche il limite di impedire l’adozione di “stili di vita più sostenibili” (ancora!), come mangiare fonti alternative di proteine o bere acqua riciclata (!). Il professor Consedine sa bene che la risposta del disgusto si forma nell’infanzia ed è difficile da modificare. Ma ha la soluzione: “le risposte che implicano idee culturalmente condizionate su ciò che è ‘naturale’ possono essere modificate con il tempo”. Basta presentare gli insetti o l’acqua riciclata come naturali… Con il tempo, l’opportuna campagna di “naturalizzazione” e “a little nudging”, una spintarella gentile (così si chiama la manipolazione comportamentale del popolo bue), avremo il risultato. Per capire che cos’è il nudging, basta guardare il documentario sulle mense scolastiche olandesi. La finestra di Overton scorrerà liscia fino all’ultima casella.
Intanto l’UE ha messo la riforma della produzione di cibo e la sicurezza alimentare fra le priorità del New Green Deal. E che cosa c’è di più sostenibile e sicuro degli insetti? L’obiettivo è «aumentare la disponibilità e la fonte di proteine alternative come piante, microbi, marine e proteine a base di insetti e sostituti della carne». L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, su richiesta della Commissione Europea ha espresso un parere scientifico e approvato l’uso alimentare dei vermi essiccati della farina come “nuovo cibo”, sulla base del Regolamento Europeo 2015/2283. Si possono utilizzare sotto forma di snack, farina o ingrediente da aggiungere nelle proprie ricette. Il 4 maggio 2021 gli Stati membri dell’UE, su proposta della Commissione, ne hanno autorizzato il consumo. Per questo li troviamo già sugli scaffali del supermercato. Il “Sole 24 ore” a maggio 2021 osservava che “Nel mondo il mercato degli insetti ha superato i 55 milioni di dollari nel 2017e secondo Global Market Insights progredirà fino a toccare i 710 milioni di dollari a valore nel 2024. L’Ipiff stima che ogni anno in Europa siano prodotte più di 6mila tonnellate di proteine di insetti e le previsioni al 2030 sono di 3 milioni di tonnellate, con un potenziale di crescita compreso in un range tra i due e i cinque 5 milioni di tonnellate l’anno”.
Molte altre specie di insetti sono sotto esame da parte dell’EFSA. Perciò dobbiamo aspettarci un incremento esponenziale di spot, articoli scientifici, programmi televisivi, testimonial famosi che ci inonderanno di informazioni su quanto sono buoni, sani, naturali, ecosostenibili ed equi gli insetti e l’acqua sporca e su quanto siamo buoni noi a proteggere il pianeta mangiandoli. La psicologia verrà di nuovo messa al servizio della nuova causa e di spintarella in spintarella sarà messa a rischio di estinzione la straordinaria cultura alimentare del nostro Paese. Del resto, non era il Rapporto[3]“True Cost of Food” della Fondazione Rockefeller a indicare che la colpa del danno ambientale è degli agricoltori familiari tradizionali e che il rimedio sono i prodotti OGM con il loro seguito di veleni?
“L’uomo è ciò che mangia”, scriveva nell’Ottocento il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach. Ciò che mangiamo ha un effetto sulla nostra psiche e sulla nostra anima. Sarà un cattivo pensiero, ma poiché non c’è alcuna necessità di mangiare insetti o di bere acqua dal trattamento di urina e feci, verrebbe da dire che cambiare il cuore e l’anima umani, per degradarli al livello più basso del mondo vivente, sia l’obiettivo finale. Un obiettivo in linea con la visione distopica della società umana ridotta ad alveare o a sciame come quella anonima degli insetti, senza individualità, senza libertà, schiacciata con la fame sotto un controllo totalitario senza scampo, senza dignità e senz’anima. Non è solo questione di proteine. Bisogna resistere.
[1] AA. VV., Edible insects: future prospects for food and feed security, FAO FORESTRY PAPER 171, Rome 2013.
[2] Why we need to give insects the role they deserve in our food systems
[3]True Cost of Food: Measuring What Matters to Transform the US Food System.
Articolo pubblicato su Sovranità Popolare, n° 5, anno 4°, dicembre 2022.
Raccontando da inviata del New Yorker il processo ad Eichmann, celebrato a Gerusalemme nel 1961, Hannah Arendt scriveva che “il guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n’erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali… questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, perché implica che questo nuovo tipo di criminale, realmente hostis generis humani, commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce male” (La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, p. 282).
Ci sono circostanze nelle quali individui apparentemente normali perdono il senso della responsabilità dei propri atti e diventano criminali senza accorgersene o addirittura pensando di essere nel giusto. Non è capitato solo con il nazismo: la cecità collettiva si produce sempre nei sistemi totalitari, che traggono forza proprio dalla distorsione della percezione e dallo stravolgimento dei principi etici universali, in un clima di paura o di esaltazione, di conformismo e di obbedienza acritica all’autorità (politica, scientifica, religiosa).
D’altra parte, nei sistemi totalitari c’è sempre un’élite che domina su una massa disorientata, ipnotizzata e seviziata e ci sono sempre minoranze consapevoli che non cedono al delirio collettivo. Per neutralizzarle, il gruppo dominante, grazie al controllo dei mezzi di comunicazione di massa, dopo aver cercato di silenziarle con la censura, la denigrazione pubblica, la persecuzione giudiziaria o l’eliminazione fisica, le addita alla rabbia popolare come nemici del popolo, nel tentativo di saldare la volontà della massa a quella del potere e soprattutto di evitare che la gente si svegli dal sonno ipnotico e si rivolti contro chi la sta realmente danneggiando. Nessuno è più vigliacco di chi è al potere e distrugge la vita degli altri; nessuno è più bravo a mentire di chi ha una paura folle della verità. Ce ne sta dando un fulgido esempio Justin Trudeau, il bamboccio dei poteri mondialisti in Canada, scappato come un coniglio davanti all’assedio pacifico dei camionisti.
Non risulta pertanto inutile ricordare a chi si sente confuso che legge e giustizia non sono la stessa cosa, che l’etica e l’obbedienza fanno a pugni fra di loro, che la responsabilità è sempre personale e non ci si può fare scudo di nulla quando, in nome di una legge ingiusta e criminale, si danneggia un innocente. Dire poi che si sono eseguiti degli ordini è solo una patetica giustificazione. Agli ordini ingiusti si disobbedisce senza se e senza ma, qualunque sia l’autorità che li emetta. E alla coscienza non ci si può nascondere.
Quando si agisce, occorre essere etici, ovvero prendersi la responsabilità di agire senza danneggiare né se stessi né gli altri. Se si agisce in modo non etico, si fa del male soprattutto a se stessi, perché ci si degrada, e si genera un ritorno dannoso, che nella tradizione indù viene chiamato karma. Chi obbedisce, chi dà il consenso o non si oppone ad ordini criminali, al linciaggio dei dissidenti, alla discriminazione di parenti, amici, colleghi, conoscenti si prende su di sé la responsabilità etica degli atti dei persecutori e distrugge la sua parte spirituale. Non esistono circostanze in cui questi comportamenti siano ammissibili. “Diábolos” significa “colui che divide”. Dove c’è divisione, sguazzano i demoni.
Chi resta indifferente di fronte alla disperazione di persone private ingiustamente del lavoro perché sane e libere; chi chiude gli occhi di fronte al dolore e alla devastazione fisica, psichica e spirituale di bambini e ragazzi ad opera di misure sanitarie demenziali, di fronte alla segregazione e alla discriminazione di milioni di cittadini onesti che hanno pagato per i servizi loro negati, di fronte al fallimento economico di decine di migliaia di piccoli imprenditori, che sono l’ossatura economica di questo Paese, si rende complice di questo disastro e ne è moralmente responsabile tanto quanto il branco di guitti inverecondi e ridicoli travestiti da politici che stanno conducendo l’Italia nel baratro, sentendosi protetti dai bulli della mafia mondialista da cui sono pilotati.
Chi, da genitore, sacrifica i propri figli al Moloch sanitario per arrendevolezza e per sottrarsi alla responsabilità di fare da scudo alla loro integrità con un atto di disobbedienza civile; chi, da insegnante o dirigente, si rende complice del continuo abuso psicologico a loro danno, della discriminazione dei non vaccinati e di una coercizione violenta e crudele su tutti, è complice della tortura e si prende per intero la responsabilità delle conseguenze, aggravata dal fatto che dovrebbero essere i loro custodi. Le informazioni scientifiche e le notizie giornalistiche sui morti e sui danni da inoculazione fra bambini e ragazzi sono ormai abbondanti e spaventose e chiunque abbia contribuito a questo orrore con le azioni o con le omissioni ne è moralmente responsabile. Stiamo parlando di crimini gravissimi contro l’umanità. Non vorrei essere nei panni di chi ha ricattato le famiglie e seminato la discordia al loro interno quando l’evidenza delle conseguenze sarà innegabile.
Chi si è venduto al sistema per denaro, per opportunismo, per viltà o per cattiveria; chi si sente dalla parte dei giusti perché ha in mano il marchio verde della schiavitù e dell’obbedienza e guarda con disprezzo chi ne è privo; chi ha diffuso per due anni informazioni false e a senso unico alla TV e sui giornali; chi ha preferito un comodo silenzio – magistrati, uomini di spettacolo, intellettuali, scienziati, medici – ad una scomoda presa di posizione in favore della libertà e dei diritti è complice e moralmente responsabile della distruzione economica, sociale, morale e culturale del Paese. Si portano per intero sulla coscienza il dolore, la morte, la povertà di milioni di persone.
Come ha spiegato Vera Sharav, ebrea sopravvissuta all’Olocausto, ci sono molti parallelismi fra questa situazione e il nazismo. La storia non si ripete mai identica, ma si ripetono gli schemi di fondo e i meccanismi psicologici di base. In un video lucidissimo e tutto da ascoltare, Vera Sharav afferma: «L’Olocausto non sarebbe accaduto se le persone avessero alzato la loro voce e avessero rifiutato ciò che stava accadendo. Non è stata solo la presa di potere militare; è stata l’apatia della gente la causa dell’Olocausto». Le élites psicopatiche esistono da sempre, ma senza l’accordo delle masse ipnotizzate e addomesticate non possono realizzare i loro obiettivi. Perciò è sempre la banalità del male all’origine delle grandi tragedie dell’umanità.
Primo Levi ci ha ricordato che lo sterminio fu solo l’ultimo atto di un processo di persecuzione iniziato con la contrapposizione fra “noi” e “loro”, con i discorsi di odio e di intolleranza, con la discriminazione. Proprio come sta avvenendo oggi, sulla base di false accuse e di una sadica volontà di punire chi dissente. Ma una volta che i dissenzienti sono spariti, sparisce anche la libertà di dissentire e resta solo la schiavitù incondizionata. Scriveva Primo Levi: «Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse “normale”».
Perciò non possiamo essere indifferenti. Al male, alla divisione, alla distruzione si deve opporre un fermo NO. Questo fa la Coscienza e non può fare nient’altro. La coscienza è ribelle all’ingiustizia e disobbedisce quando la si vuole rendere complice di atti criminali. Non può accettare l’esclusione arbitraria e perfida dei giovani dalle biblioteche, dall’università, dallo sport, dalla vita sociale. Non può tollerare la morte in solitudine di persone ricoverate in ospedale. Non può fingere di non vedere le tante persone che si sono “fidate della scienza” ed hanno pagato con la vita o con danni irreversibili da nessuna correlazione questa fiducia malriposta, pagandone pure le spese nel silenzio generale, quando non nell’irrisione sguaiata. Non può ignorare il dramma di tanti lavoratori capaci – insegnanti, medici, operatori sanitari e molti altri – condannati a morte per fame da farabutti che li hanno privati dei mezzi di sostentamento. Non può non allarmarsi quando vede studenti pacifici manganellati dalla polizia. Non può cedere ai ricatti, alle intimidazioni, alla diffamazione sistematica, al bullismo delle istituzioni asservite agli interessi di pochi e dei miserabili servi del regime che a Sanremo fanno satira sulle migliaia di danneggiati dai sieri inutili anziché sul potere che li inganna e poi li abbandona a se stessi. Non può piegarsi alla follia di norme senza senso, alle menzogne seriali del marketing farmaceutico, alla perversione di personaggi corrotti e senza scrupoli. Non può considerare normale il controllo asfissiante, l’abuso, la manipolazione sistematica, la prevalenza dell’arbitrio e della forza bruta sul diritto. Non può rinunciare all’empatia, all’amore, alla compassione, alla tolleranza, alla libertà, alla verità, alla bellezza.
Mentre noi ci occupiamo di idiozie senza importanza e delle nostre vite sconvolte e private del futuro, ci stanno rapinando tutto ciò che abbiamo di più prezioso, compresa la salute che ci illudiamo di difendere obbedendo ai loro ordini insensati e distruttivi. Svegliamoci! Stanno uccidendo l’Italia e gli Italiani. Ciascuno dal suo posto faccia la propria parte e agisca con giustizia. Non ci sono scuse, non ci potrà nascondere dietro un dito quando tutto sarà finito. Nessuna eccezione è giustificata. Parafrasando quanto scrivevano i ragazzi palermitani del movimento Addiopizzo, un intero popolo che cede al ricatto è un popolo senza dignità.
Articolo pubblicato su “Sovranità popolare”, n° 1, anno IV.
Non è bastato affossare completamente l’economia italiana con sistematico furore e svenderla ai potentati sovranazionali, di cui ha parlato a sorpresa perfino Sergio Mattarella; sperperare montagne di denaro pubblico a favore di case farmaceutiche con contratti secretati per farmaci sperimentali; mentire a reti unificate per due anni, terrorizzando gli Italiani fino alla pazzia; emanare in modo compulsivo DPCM e decreti demenziali e illegittimi che usurpano la funzione legislativa del Parlamento per un’emergenza finita da tempo; cancellare diritti costituzionali inviolabili; interrompere la scuola, il gioco, lo sport, la vita sociale a milioni di bambini e ragazzi, con danni incalcolabili; ricattare i cittadini per costringerli ad iniettarsi senza la prevista prescrizione medica e senza alcuna informazione seria una sostanza inutile e così sicura da richiedere lo scudo penale per chi la somministra, lo scarico di responsabilità dello Stato sul suddito costretto, l’irresponsabilità delle ditte produttrici, la censura degli scienziati indipendenti e il silenzio sui dati spaventosi sugli effetti avversi; alimentare una costante campagna di odio, di sadica punizione, di ingiusta colpevolizzazione nei confronti di chi ha scelto di non piegarsi alla volontà arbitraria e maligna di un gruppo di potere che rappresenta molto meglio gli interessi di Big Pharma che quelli del popolo.
Non sono bastati i dati fasulli sui contagi e sui morti; i morti per incuria, lasciati aggravare con tachipirina e vigile attesa; le persone abbandonate a morire sole nelle RSA o in ospedale; la negazione delle cure ai cosiddetti No-vax; la perfida campagna pubblicitaria per spingere i genitori a inoculare senza motivo i propri figli, sempre sotto ricatto, e le donne in gravidanza; la ferocia dell’arbitraria sospensione dal lavoro e dallo stipendio che ha gettato nella disperazione milioni di persone; le strade deserte, i negozi vuoti, i fallimenti a catena, il turismo morto, come la cultura e la scuola.
Mentre gli altri Paesi europei e perfino Israele stanno facendo marcia indietro sulle misure coercitive pseudosanitarie e ad Ottawa i camionisti assediano il fantoccio Justin Trudeau, il governo telecomandato del Draghistan ha tirato fuori (anche se non ancora in G.U.) la sua ultima cervellotica trovata per seviziare i malvagi e odiatissimi No-vax: la didattica a distanza per gli studenti non vaccinati, già penalizzati dall’impossibilità di salire sui mezzi pubblici per andare a scuola, dall’insistenza intrusiva e giudicante degli insegnanti-kapò che spesso li trattano con malcelato disprezzo, dalla pressione mediatica asfissiante, dalla negazione dell’accesso agli impianti sportivi e ai locali pubblici, dagli adulti ipocondriaci che li guardano come appestati e li colpevolizzano continuamente. Questa non è solo sfacciata e vergognosa discriminazione; è vera e propria tortura psicologica.
Ai fini della presente Convenzione, il termine “tortura” designa qualsiasi atto mediante il quale un dolore o una sofferenza gravi, fisici o mentali, siano intenzionalmente inflitti a una persona al fine di ottenere da essa, o da una terza persona, informazioni o una confessione, punirlo per un atto che lui o un terzo ha commesso o è sospettato di aver commesso, o intimidire o costringere lui o un terzo, o per qualsiasi motivo basato su discriminazioni di qualsiasi tipo, quando tale dolore o sofferenza è inflitto da o su istigazione o con il consenso o l’acquiescenza di un pubblico ufficiale o altra persona che agisce in veste ufficiale. Non include dolore o sofferenza derivanti solo da, inerenti o accessorie a sanzioni legali.
Creare una discriminazione del tutto ingiustificata fra cittadini di serie A, che piegano la testa e obbediscono alle volizioni malsane del potere, e cittadini di serie B, che rivendicano la sacrosanta libertà di disporre del proprio corpo e di non cedere all’intimidazione e all’estorsione, e ai loro figli, per di più all’interno delle scuole, è un comportamento criminale e una palese violazione dei diritti umani fondamentali, nonché una plateale violazione dei più elementari diritti alla privacy sui propri dati sanitari.
Perfino il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso ha rilevato la violenza di questa misura dispotica e crudele, affermando:
Si sancisce un’inaccettabile discriminazione tra studenti vaccinati e non vaccinati in merito ai protocolli su quarantene e didattica a distanza. La soluzione proposta dal Ministro Speranza rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti della scuola, luogo per eccellenza di accoglienza e inclusione. Negare un diritto a qualcuno non rafforza di certo i diritti degli altri.
Il Garante dei diritti dei minori di Trento, in una lettera indirizzata alla Giunta e al Consiglio provinciale di Trento e all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, con la quale prende nettamente posizione contro questo abuso inqualificabile a danno dei minori, scrive:
Rivolgo… alle SS.LL. il mio personale disappunto e la mia indignazione per quello che si può definire come un cervellotico e assurdo meccanismo di controllo sociale (il cosiddetto green pass, nelle sue molteplici declinazioni) introdotto dall’esecutivo centrale l’estate scorsa ed imposto sull’intero territorio nazionale (purtroppo con il generale sostegno delle autonomie locali), che comporta, in un continuo crescendo, gravi, violente ed ingiustificate limitazioni ai diritti fondamentali di tantissimi ragazzi e delle loro famiglie.
Il tutto viene scientemente alimentato da una perdurante e martellante narrazione mediatica, tesa ad indicare i bambini e i ragazzi quali diffusori di malattia, con conseguente loro colpevolizzazione e percezione di essere “sbagliati”.
Non sono i bambini e i ragazzi ad essere sbagliati, ma i criminali che stanno distruggendo loro la vita da due anni con il loro delirio di onnipotenza e di controllo. Ne parlammo, con la collega Giuditta Fagnani, alla sala stampa della Camera dei Deputati a settembre 2020, nella totale indifferenza dei parlamentari, e in un libro pubblicato da “Il Leone Verde”, Emergenza scuola. I bisogni ignorati dei nostri figli nell’emergenza sanitaria. La letteratura scientifica è ormai amplissima. La DAD ai non sierati è la goccia che fa traboccare il vaso. Non si può più tollerare questo ignobile spettacolo che sta devastando la vita di milioni di persone sul piano fisico, mentale e spirituale.
Chiediamo a tutti i genitori e agli educatori di esprimere con vigore la loro opposizione a questa follia perversa. Stanno rubando l’anima ai vostri figli. Toglieteli dall’inferno e cercate per loro soluzioni educative più umane.
Chiediamo agli avvocati di mettere in campo ogni mezzo legale per ottenere giustizia. Si avvicina il momento della resa dei conti con chi ha distrutto noi, i nostri figli e la nostra ricchezza. L’avvocato tedesco Reiner Fuellmich, cha ha raccolto una mole poderosa di prove scientifiche e legali sugli aspetti palesemente fraudolenti della presente tragedia mondiale, sta vagliando l’accusa di genocidio.
Il Comitato Internazionale di Bioetica , seppur tardivamente, ha rilevato la grave violazione del codice di Norimberga, affermando, fra le altre cose, che l’obbligo vaccinale per questi farmaci sperimentali è
“al di là e al di fuori di qualsivoglia logica medica e scientifica”,
che “la campagna vaccinale sta comportando la violazione sistematica del principio del consenso libero e informato”;
che “nella misura in cui l’assunzione di detti «medicinali» sperimentali comporti un rischio per i soggetti riceventi, la campagna vaccinale si configura come una sperimentazione di massa condotta su soggetti inconsapevoli in spregio dei principi fondamentali di bioetica e di biodiritto”;
che “tra gli effetti non inattesi della campagna vaccinale si colloca anche l’incitamento alla discriminazione e all’odio nei confronti dei soggetti che hanno scelto di non vaccinarsi, o non possono farlo”;
che “uno degli obiettivi principali della gestione politica dell’emergenza Covid e della stessa campagna vaccinale è costituito dall’introduzione, per scopi evidentemente diversi da quelli sanitari, di strumenti di controllo fondati sulla digitalizzazione della vita dei cittadini e degli stranieri residenti in Italia”.
Ha infine chiesto di abolire il green pass e l’obbligo vaccinale, pertanto, “invita gli altri Stati, nonché le Organizzazioni internazionali, a valutare l’opportunità di adottare misure di moral suasion nei confronti del Governo italiano affinché ponga fine alla sperimentazione di massa, su cittadini e stranieri residenti, di un medicinale sperimentale impropriamente denominato ‘vaccino’”.
Chiediamo ai giudici di svegliarsi dal sonno di due anni e di intervenire, perché la misura è colma e prima o poi anche loro dovranno rendere conto al popolo inferocito. Abbiamo tutti la responsabilità di proteggere i bambini e i ragazzi, a meno di non voler essere complici di una serie ormai lunghissima di imperdonabili crimini contro l’umanità a loro danno. Chi non è intervento a fermare lo scempio dei diritti umani ha sulla coscienza il disagio mentale, la sofferenza, la vita rubata dei bambini e dei ragazzi. Non ci sarà oblio per questa barbarie.
Articolo pubblicato sul sito della casa editrice Il Leone Verde.
In 1984, George Orwell, membro della Fabian Society come Aldous Huxley, autore dell’altro celebre romanzo distopico, Brave New World, ci ha descritto il potere immenso della parola di definire la realtà, di tracciare i confini del pensabile e del dicibile, di programmare la mente dell’uomo-massa. Lo faceva a ragion veduta, data la sua conoscenza dei progetti dei Fabiani di una dittatura collettivista mondiale da realizzarsi subdolamente e sotto le mentite spoglie della democrazia, utilizzando la tattica graduale di cui era stato maestro Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, che grazie alla sua astuta pazienza era così riuscito a sconfiggere Annibale.
In entrambi i romanzi, la società che viene delineata è una società di caste, nella quale un’esigua minoranza di potentissimi padroni, detentori di tutte le ricchezze e soprattutto della conoscenza, dominano spietatamente una massa informe di schiavi inconsapevoli, ignoranti ed eterodiretti, controllati mediante il sesso e il piacere narcotico di una droga artificiale per Huxley, mediante il condizionamento mentale e lo spionaggio poliziesco per Orwell. Ma in realtà il condizionamento e il controllo sono alla base di entrambe le società.
Che la nostra democrazia, mai del tutto compiuta, abbia subito un processo involutivo che l’ha portata a diventare un guscio vuoto, è cosa già detta e risaputa: fra le tante tappe della distruzione sistematica dei diritti e della sovranità popolare, basti pensare al Piano di Rinascita democratica di Licio Gelli, che il Venerabile della P2 si dichiarava soddisfatto di vedere realizzato in Italia in un talk show su Odeon TV dell’ottobre 2008 (si può trovare una sintesi su Il Sole 24 ore del 31 ottobre 2008) e al processo di progressivo esproprio di ogni residuo di partecipazione dei cittadini o di trasparenza delle scelte politiche. Ormai nemmeno il voto conta più, vista la successione di governi imposti dall’alto e pilotati dall’estero, e perfino la libertà personale, di espressione e di manifestazione non vale più nulla, dopo le misure liberticide quanto inutili degli arresti domiciliari di massa, dopo le pesanti limitazioni alle ormai continue e sempre più vaste manifestazioni di piazza contro il marchio verde e dopo la censura sempre più soffocante che taglia fuori ogni voce critica dai social media e dai media ufficiali, RAI compresa, fino allo sproloquio autoritario di Mario Monti, che arriva a dire a La7 “comunicazione di guerra significa che ci deve essere un dosaggio dell’informazione. Bisogna trovare delle modalità meno democratiche. Abbiamo accettato limitazioni molto forti alla nostra libertà di movimento. Il governo istruito dalle autorità sanitarie dovrebbe tenere le redini di questo modello di comunicazione” (“In Onda”, 26/11/2021). Sembra ormai sdoganata la torsione totalitaria del potere esecutivo, nel silenzio imbarazzante e colpevole della Magistratura e nell’inerzia dei parlamentari e della Presidenza della Repubblica. Mentre siamo distratti da inutili conflitti fra buoni e cattivi cittadini, si sta realizzando sotto i nostri occhi una società distopica.
La narrazione pandemica che ci ha condotti a questo punto ha fatto un uso orwelliano del linguaggio ed ha potuto esercitare la sua influenza condizionante su una popolazione già addomesticata da decenni di bugie mediatiche. La tecnica con cui si modella la percezione della realtà attraverso il linguaggio si chiama framing. Se chiamo “patto di stabilità” lo strangolamento della spesa per i servizi ai cittadini, come scuola, sanità e tutele, certo la cosa sembra meno immorale. Se chiamo “euroscettico” chiunque osservi con preoccupazione che l’Unione europea è un’istituzione ben poco democratica, in mano a gruppi di potere non eletti dai cittadini, lo addito subito moralisticamente come un egoista che non ha a cuore il bene comune e il sentimento comunitario degli Europei. Se chiamo “responsabilità” l’obbedienza cieca alle irrazionali e sproporzionate misure coercitive adottate dal Governo per fronteggiare senza grande successo e non senza gravi errori un virus (non certo una novità per la specie umana), chi non obbedisce perché le trova appunto irragionevoli e sproporzionate passa subito per un irresponsabile ed un nemico della salute pubblica. Se chiamo con disprezzo “no-vax” chiunque osi avanzare dubbi su qualunque aspetto della campagna vaccinale, perfino chi ha chiesto aiuto in ospedale per gli strani e spesso gravi effetti avversi dell’inoculazione, immediatamente suggerisco l’idea di una irragionevole e ottusa opposizione di principio ad una misura doverosa e “scientifica”. Se chiamo “scienza” le affermazioni apodittiche dei produttori di farmaci e dei loro testimonial televisivi in camice bianco e me ne arrogo l’esclusiva, suggerisco ad un pubblico poco istruito l’idea grottesca che la scienza medica sia una sequenza di verità apodittiche, a cui credere come articoli di fede di una vera e propria religione sanitaria, mentre la realtà è che la scienza è dubbio, critica, prove, confutazioni e confronto di posizioni e soprattutto un sapere radicalmente opposto rispetto ad ogni principio di autorità. In questo modo, capovolgo la verità dei fatti e posso attribuire a chi dispone ancora di un pensiero critico, cioè di una visione scientifica della questione, perfino se premio Nobel o ricercatore di chiara fama, la patente di somaro, sorcio, no-vax, complottista, ignorante, parassita, evasore vaccinale e chi più ne ha più ne metta. Ma questo è possibile solo perché i media si sono resi complici di questa miserabile guerra all’intelligenza e alla libertà. La neolingua ha bisogno di ripetitori per entrare nelle teste e plasmare la visione del mondo.
La quantità quotidiana di menzogne, di affermazioni contraddittorie e assurde, di attacchi vergognosi alle persone, vomitati a reti unificate ha ormai ampiamente superato il livello di guardia. Per rendersi conto della continua manipolazione, basta osservare come la parola sia usata per denigrare, per svalutare, per screditare, per dividere, per costruire recinti della mente, anziché ponti fra le persone. La democrazia si nutre di dialogo e di tolleranza, il totalitarismo di ostilità e di esclusione morale. Siamo ormai in un sistema post-democratico e il linguaggio dei media è sempre più quello dei regimi totalitari.
In psicologia, si chiama “esclusione morale” il fenomeno per il quale un gruppo di persone, percepito come distinto dal proprio gruppo, viene fatto oggetto di discriminazione, fino alla violenza, perché i suoi membri vengono considerati indegni di considerazione e di rispetto, come se non si applicassero a loro le norme morali comunemente seguite. Il processo è graduale, e comincia con il semplice etichettamento di un altro gruppo (“no-vax”, per esempio). Se poi la discriminazione è sostenuta dall’autorità e per di più in un clima di paura e di esercizio arbitrario della legge, come quello attuale, che manda la razionalità in soffitta e crea caos normativo, il potenziale per la violenza diffusa è alto. Lo psicologo comportamentista Albert Bandura indicava come risultato del “disimpegno morale”, ovvero della deresponsabilizzazione del singolo rispetto alle conseguenze dannose dei suoi atti, la deumanizzazione della vittima e l’attribuzione di colpa: la vittima cessa di meritare il rispetto dovuto ai propri simili e appare meritevole del danno che le si infligge. La vittima della violenza e della discriminazione deve apparire colpevole perché il carnefice possa liberarsi dal senso di colpa. È sulla base di un meccanismo psicologico di questo tipo che nei regimi totalitari le persone possono compiere atrocità restando convinte di essere nel giusto.
Ogni potere assoluto ha bisogno di creare consenso mediante un’ideologia totale, che pretenda di spiegare ogni aspetto della realtà. E quale ideologia può essere più potente di una fede cieca ammantata di (falsa) scienza, che un’autorità dalle (illusorie) connotazioni paterne diffonde senza opposizione su una massa spaventata? Seminare zizzania e divisione nel popolo, mentre lo si conduce al macello, è il più classico metodo di governo. Per questo la figura del nemico del popolo è necessaria: serve un (falso) bersaglio per l’aggressività del gregge. Il fango mediatico innesca contro i dissidenti i due minuti d’odio indispensabili a neutralizzare ogni velleità di opposizione al nemico vero.
In questo modo si giustifica agli occhi delle masse ipnotizzate il vero e proprio regime di apartheid dei non vaccinati, bambini e ragazzi compresi, che entrerà in vigore a dicembre. La segregazione sembrava un ricordo del passato e invece è sotto i nostri occhi. Distruggerà quello che resta dell’economia italiana e di una società un tempo ben più sana. Distruggerà il cuore e l’anima di chi la accetterà come giusta o inevitabile, perché crede di preservare così la (falsa) libertà di far parte di un sistema completamente marcio e di dire di sì ad ogni ricatto successivo. Ma c’è un’altra libertà, quella vera. La libertà di dire di no. No alla discriminazione, alla sottomissione, alla rinuncia alla propria dignità e ai propri diritti. A ciascuno la sua scelta. Anche a chi ha ordito questo orrore. Il momento della verità arriva per tutti. Historia docet.
La categoria di “sano” è scomparsa dal nostro linguaggio. La psicopandemia, quale mezzo diabolico per frantumare la coesione sociale e i diritti costituzionali attraverso la paura e l’arbitrio, ha riprogrammato le menti a percepire soltanto le categorie di “contagiato” e di “asintomatico”, il secondo come sottoinsieme del primo. Non è più permesso definirsi “sani”, ma solo come “asintomatici”, cioè potenzialmente infettivi e untori per qualcun altro. In questo psicodramma collettivo, i ruoli si sono capovolti: non sono più i malati che contagiano (potenzialmente) i sani, ma sono i sani ad essere potenzialmente contagiosi, al punto che perfino i più osservanti sostenitori del siero miracoloso ne hanno una tremenda paura (dei sani), nonostante, appunto, la fede assoluta in quella che chiamano “scienza” e nei suoi ritrovati salvifici. Non c’è modo di far rilevare la contraddizione. Che minaccia potrebbe mai costituire un sano ad un soggetto protetto dal morbo pestifero grazie alla magica pozione? Se non ci crede lui, alla protezione, perché dovrebbe crederci il rinnegato della religione scientista? Ma la fede incrollabile non ammette dubbi di sorta e chi prova ad usare il punto interrogativo è in tutta evidenza un miscredente traditore e ignorante. Amen.
Per questo è cominciata la Grande Persecuzione contro i sani. Come il dottor Knock, personaggio di finzione che fa credere ai sani di essere ammalati per curarli, i sani devono essere stanati con un tampone a cicli di amplificazione esagerati per essere definiti “contagiati asintomatici”, sottoposti a quarantena, privati dei diritti costituzionali se, essendo sani e volendo mantenersi tali, preferiscono non sottoporsi alla sperimentazione del siero genico, data la probabilità molto alta di non ammalarsi di Covid in modo grave (oltre il 99,9%). Intanto, AIFA riporta 2 morti al giorno dopo l’inoculo e i dati EUDRA Vigilance e VAERS fanno venire brividi di orrore per l’enormità del disastro, naturalmente ignorati dalla TV, che descrive invece con toni drammatici e compiaciuti la terribile fine dei no-vax in ospedale.
Poiché non si piegano ed osano perfino farsi domande di buon senso, per esempio che senso abbia il lasciapassare verde, se anche gli inoculati possono ammalarsi e contagiare esattamente come chi ha ricevuto la sacra unzione e forse perfino di più, come testimoniato abbondantemente dai dati ufficiali israeliani e britannici, da tutti, a cominciare dalle cariche più alte dello Stato, e poi a seguire da giornalisti di regime, nani, ballerine e testimonial pubblicitari in camice bianco, vengono ingiuriati, vilipesi, additati come pericolosi delinquenti, da chiudere in casa come sorci, sterminare, internare, sottoporre a TSO, torturare in corsia, riempire di piombo come le folle di Bava Beccaris, privare dell’assistenza sanitaria, bullizzare senza pietà.
Ovviamente, tutto questo odio si giustifica con il fatto che la loro insopportabile rivendicazione di libertà personale costituisce una minaccia gravissima per la salute pubblica. Nella società dei servi, la libertà è un delitto. In un certo senso, dicono la verità. I sistemi totalitari non hanno mai trattato con benevolenza i dissidenti, specie se libertari. Li hanno definiti “pazzi”, “nemici del popolo”, “parassiti”, “terroristi” per dirigere su di essi la frustrazione delle folle schiavizzate dall’élite al potere. La criminalizzazione delle minoranze ha un nome in psicologia. Si chiama “esclusione morale” e consiste nel deumanizzare l’altro, nel considerarlo meno degno di essere trattato come umano, con il risultato di indebolire i freni morali di chi lo perseguita. Tutto diventa lecito nei confronti dei “sorci” subumani (Burioni dixit). Così nascono i pogrom e così il nazismo ha indotto l’odio verso gli ebrei. Questo per chi si ostina a dire che il nazismo era un’altra cosa: nei contenuti, certo, non nei meccanismi psicologici indotti dalla propaganda, che sono identici.
Come ci ha insegnato George Orwell, il linguaggio crea la realtà. Attraverso la definizione linguistica di un contenuto ideativo, se ne modifica la percezione collettiva. Se poi i media veicolano in modo martellante e con voce univoca gli slogan di regime, benché palesemente falsi e volutamente ingannevoli, la gente finisce con il credere che quella sia la realtà. Ora, nella narrazione di regime, i perseguitati diventano gli odiatori e i criminali, nemici del bene comune. In questo modo, si prepara la massa al minuto d’odio di cui ci racconta il romanzo 1984. La libertà è schiavitù, il sano è malato, chi dissente ti impedisce di essere libero, la vittima è il carnefice. La neolingua colpisce sempre le menti deboli e le priva di ogni difesa.
La persecuzione dei sani ancora liberi, chiamati con disprezzo e in blocco “no-vax”, produce violenza sociale, degrado morale e civile, distruzione economica e infinita quanto inutile sofferenza. Infine, genera nuovi paria, nuovi intoccabili, nuovi reietti. La scuola e l’Università, quest’anno, riaprono all’insegna dell’esclusione morale e della discriminazione più bieca. Buttati fuori come delinquenti i docenti che non si piegano al decreto liberticida, con il plauso dei sindacati. Se in classe c’è un no-vax (e come si fa a saperlo? Alla faccia della privacy), tutti gli studenti sono costretti a tenere la mascherina. Se non accettano di fare da cavie ad un farmaco che non migliora la loro salute, quando non la danneggia, i ragazzi non possono fare sport, mangiare la pizza con gli amici, frequentare una biblioteca o un museo, andare all’Università. Il ricatto è più che giustificato agli occhi dei padroni per ottenere lo scopo di piazzare una fiala; il danno psicologico appare irrilevante al loro sguardo algido. La pressione al conformismo del gruppo dei pari farà il resto. Non mancheranno la delazione, il bullismo, l’aggressione e l’induzione al suicidio. E questo incitamento all’odio sarebbe per la salute pubblica. Tutto normale agli occhi dei ciechi.
Non siamo nel 1938, è anche peggio. Stanno distruggendo la vita a migliaia di giovani e riducendo sul lastrico migliaia di famiglie per un bieco programma politico di controllo sociale che con la salute non c’entra palesemente nulla. Se lo accetterete, ne sarete complici e vittime subito dopo. Perciò reagite e togliete i vostri figli dall’orrore. Salvateli in qualunque modo. Fateli vivere sereni e integri. Ma non coltivate rabbia, paura, odio, senso di ingiustizia. Questo fa il gioco degli psicopatici che vogliono cibarsi della sofferenza dell’umanità e godono della divisione. Per quanto si accaniscano, infatti, la cattiveria ha l’effetto del secchio di acqua gelata sulla coscienza della gente che dorme. Vivete nell’amore, nella giustizia e nella gioia e guardate oltre: il male richiama sempre il suo contrario. Ai responsabili di questo scempio ci penserà il karma, insieme all’elevazione della coscienza collettiva. Ogni azione ha un biglietto di ritorno. E questo è a breve scadenza, non temete.
Post Scriptum: Un punto interrogativo io ce l’avrei, purtroppo. Quale è il vero Sergio Mattarella? Quello che il 5 settembre ha detto: “Non si invochi la libertà per sottrarsi alla #vaccinazione, perché quell’invocazione equivale alla licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui”? Oppure quello che il 25 aprile diceva: “La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva”? Così, per capire…
Articolo pubblicato su Sovranità popolare, n° 5/2021.
Questa intervista è stata condotta da un gruppo di professionisti aderenti all’associazione Consensus Ars Medica e pubblicata sul sito dell’Associazione.
Con il motto “io resto a casa” è avvenuta una trasformazione nella comunicazione di massa. L’informazione martellante e totalizzante ha assunto caratteri manipolatori generando profondi stati paura. Di conseguenza si è trasformato il tessuto di relazioni su cui si fondano la società, la famiglia, il mondo del lavoro e della scuola.
Nel tempo la manipolazione si è condita di diffidenza, censure, violenze verbali e criminalizzazioni fino a minacce di sospensioni e radiazioni dal proprio lavoro. Ciò ha portato a profonde divisioni. Le persone sono state messe le une contro le altre in ogni contesto sociale.
D’altro canto si è diffusa una mentalità nuova che ha dato origine a esperienze di aggregazione inaspettate e innovative in diversi settori. Qui la comunicazione ha ripreso il suo ruolo di collante, mettendo in relazione persone provenienti da esperienze molto differenti tra loro. La condivisione e la ricerca di vicinanza sono tornate protagoniste nel tessere relazioni umane.
Nel primo video, la dottoressa Patrizia Scanu analizza la comunicazione del mainstream: giornali, televisioni, social.
Nella seconda parte del video ci parla delle problematiche nelle comunità dei giovani e nella scuola.
Sono qua come rappresentante di SinergEtica, un gruppo di psicologi firmatari del Comunicato degli psicologi, pubblicato nella primavera del 2020, in cui si segnalava alle istituzioni e all’opinione pubblica il rischio dei danni psicologici molto gravi che potevano derivare dal lockdown, sulla base della letteratura scientifica già conosciuta.
Purtroppo, come voi sapete, le nostre preoccupazioni sono state confermate dai fatti. I danni psicologici sono tangibili. Abbiamo un’epidemia di problemi psicologici di ogni tipo e questo disagio ha toccato soprattutto bambini e adolescenti. Per questo SinergEtica si è attivata: è un gruppo di psicologi firmatari del Comunicato che ha deciso di collaborare per aiutare le persone ad affrontare tale disagio.
Bambini e adolescenti hanno sofferto molto per il lockdown e per le misure che sono state adottare in misure davvero draconiana nella scuola. Quella che stiamo affrontando non è però solo un’emergenza di tipo sanitario o democratico, è anche e soprattutto un’emergenza di tipo educativo e spirituale.
Bambini e ragazzi stanno soffrendo di un disagio mentale diffuso, che comprende sintomi anche gravi che vanno dallo stress post-traumatico, all’ansia, alla depressione, ai disturbi dell’alimentazione, alle dipendenze dal digitale, all’autolesionismo. Molti di loro hanno avuto enormi problemi a scuola, hanno abbandonato la scuola. L’abbandono scolastico è stato altissimo durante la pandemia; molti di loro stanno rifiutando la scuola: non ci vogliono più andare, sono in forte disagio. Tutti questi danni sono stati abbondantemente riferiti dal Comunicato degli Psicologi. Potete andare a visitare il sito https://comunicatopsi.org/ e leggere i report che periodicamente vengono pubblicati sulla base delle ricerche scientifiche condotte negli ultimi mesi.
Non sono solo psicologa; sono anche insegnante da moltissimo tempo, da 35 anni, e ho letto negli occhi dei miei ragazzi tanta tristezza. Ho visto spesso piangere gli adolescenti per il tempo che è stato loro rubato. “Ci sono stati rubati due anni della nostra vita”, mi hanno detto: per le esperienze mancate, per il senso di oppressione e di prigionia, per la perdita di senso.
Vi ricordo che il vuoto di esperienza è a tutti gli effetti un danno psicologico grave e irreparabile, perché bambini e ragazzi che non fanno un’esperienza nel tempo in cui dovrebbero farla non la recuperano più. La mancanza di senso, poi, è un sintomo di sofferenza spirituale. Questi ragazzi stanno soffrendo proprio su un piano spirituale.
Quindi oggi non vorrei parlare con voi da psicologa, ma da persona umana, portatrice di diritti naturali e inalienabili, fra i quali la libertà e l’autodeterminazione.
Vi invito ad agire, ad uscire dalla zona di comfort, perché non è più il tempo di delegare alla scuola e ad altre istituzioni l’educazione dei nostri figli. Non possiamo più permettercelo in nessun modo. Il dramma che stiamo vivendo, che consiste nella demolizione sistematica di una nazione ricca di storia e di cultura, della democrazia, dei diritti, della ricchezza di questo meraviglioso paese e nella disgregazione altrettanto sistematica dei legami sociali di solidarietà, accoglienza, tolleranza, ha però un risvolto positivo: ci ha fatto crollare tutte le illusioni che ci tenevano addormentati, ci ha costretti a vedere come stanno effettivamente le cose; è stata un brusco risveglio e uno straordinario bagno di verità. Come nel Truman show, il fondale di scena si è squarciato e non c’è più modo di tornare indietro. Chi si sveglia, non può più riaddormentarsi; può soltanto agire.
I nostri figli hanno bisogno di noi, perché dobbiamo dare loro quello che non è più scontato nella scuola. Nulla di ciò che davamo per scontato, neppure i principi basilari della convivenza civile, lo è ancora, in questo naufragio dell’etica e dei diritti.
In questo periodo, hanno chiamato libertà la schiavitù, proprio come Orwell; hanno chiamato responsabilità l’obbedienza acritica, malattia la salute, scienza un dogmatismo scientista privo di etica, sicurezza la perdita della libertà; hanno sdoganato la menzogna, la delazione, il ricatto, la sottomissione, la discriminazione, la criminalizzazione del dissenso, la violenza verbale e seminato ovunque la paura e la discordia.
I ragazzi più sensibili (ve ne sarete accorti, se li avete guardati negli occhi) stanno male, perché avvertono l’ipocrisia che si è infiltrata ovunque, anche nella scuola, dove parole come democrazia, inclusione, uguaglianza, diritti stanno perdendo ogni riferimento alla realtà.
Alcuni di voi conosceranno Viktor Frankl, che era uno psichiatra austriaco sopravvissuto ad una lunga permanenza nel campo di Auschwitz, nel quale perse i suoi familiari. Frankl passò il resto della sua vita a sostenere e ad aiutare le persone sofferenti. Lui diceva che sono tre le condizioni necessarie per una vita piena e appagante:
o avere almeno una relazione profonda e significativa
o avere un progetto per il futuro
o riuscire a dare un senso alla sofferenza inevitabile
Se noi ci aspettimao che questo lo faccia ancora la scuola, ci sbagliamo. Lo dobbiamo fare noi. I ragazzi non impareranno più questo a scuola. La scuola (salvo poche eccezioni) è ormai al capolinea ed ha smarrito la sua funzione di organo costituzionale. Ora sono virtù civili l’obbedienza cieca, il conformismo delle idee e dei comportamenti, l’ortodossia del pensiero unico, l’emarginazione del dissenziente, l’isolamento sociale, la perdita di valore dell’individuo.
Perciò noi non possiamo delegare; ora tocca a noi. Dobbiamo concentrare le forze per far sì che i nostri figli imparino a fare ciò che ci ha insegnato Viktor Frankl con il primo principio dei tre indicati, avere almeno una relazione importante. Questo si fa insegnando ai nostri figli ad amare se stessi (non glielo insegna nessuno) e gli altri, ad essere empatici, ad ascoltare, a tollerare la differenza dei punti di vista, a gestire emozioni e conflitti, a saper costruire relazioni profonde e significative, a prendersi cura, a restare umani nel senso più elevato del termine.
Dobbiamo impararlo prima noi per insegnarlo a loro con l’esempio, perché i nostri figli non fanno ciò che diciamo, fanno ciò che facciamo.
Dobbiamo progettare il nostro futuro e aiutarli a progettare, perché questa epidemia ha tolto loro la prospettiva del futuro. Questa società malata e corrotta ha i giorni contati. Noi siamo i loro traghettatori verso il futuro. Come diceva Gandhi, dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. Quindi è fondamentale per noi non dare energia a ciò che non lo merita, alla rabbia, alla paura e all’odio, non farci distrarre dall’inessenziale. Dobbiamo fare come la candela in una stanza buia: la fiamma non lotta con l’oscurità, non prova rabbia, non prova odio, non si agita, semplicemente risplende e dove c’è, non c’è più il buio. Noi dobbiamo lasciar risplendere la nostra essenza spirituale e aiutarli ad esprimere la loro. Questa è la sostanza dell’amore spirituale, che nessuno ci insegna: risplendere e trasformare.
Infine, dobbiamo aiutarli a dare un senso alla loro sofferenza interiore, che è tanto grande quanto ignorata. Non dobbiamo sottovalutarla; hanno subito un attentato alla loro integrità personale.
Quindi dobbiamo insegnare loro a proteggersi, a non essere schiavi del volere del gruppo, ad essere sintonizzati con la propria coscienza superiore, ad agire eticamente, a tollerare la sofferenza per poterla trasformare attraverso la comprensione; dobbiamo insegnare loro ad essere spiriti liberi.
E per questo, hanno bisogno di imparare ad amare la verità e a cercarla, a diffidare di chi pretende di possederla, ad avere il coraggio di difenderla, ad essere se stessi e fedeli a se stessi, ad amare la giustizia, la gioia, la bellezza, a sperimentare la condivisione e la solidarietà.
Abbiamo tutti quanti, gradi e piccoli, una splendida occasione per comprendere chi siamo veramente e per conoscere la nostra forza. Siamo molto più di quello che crediamo di essere.
Insomma, dobbiamo rimboccarci le maniche e prenderci la responsabilità enorme e il privilegio di custodirli e traghettarli verso il futuro. Questa deve essere la nostra priorità assoluta. Non lo può fare nessun altro, e niente è più importante di questo.
Amore, verità, giustizia, solidarietà non sono parole vuote. Sono il futuro dell’umanità, l’unico possibile. Siete pronti a darvi da fare?