Che cos’è il counselling psicologico?
Il Counselling psicologico è una modalità di intervento che differisce dalla psicoterapia per durata, per tipologia di problemi affrontati e per approccio. Si tratta infatti di un intervento breve (da 2 a 20-30 sedute; in media, 6 o 7), rivolto a persone che hanno bisogno di aiuto nell’affrontare ben definite difficoltà della vita quotidiana, come problemi relazionali, familiari, lavorativi, esistenziali e che è orientato al futuro, cioè a trovare soluzioni concrete per risolverli.
Può essere utile per esempio nei momenti di crisi, come separazioni, lutti, malattie, perdita del lavoro, cambiamenti di vita; quando vi vuole affrontare il disagio psicologico di stuazioni negative ricorrenti, di stati di ansia e di panico, di difficoltà nel seguire una cura o una dieta, di indecisione nelle scelte importanti, di problemi sul lavoro, con i figli o con i genitori anziani e così via. Può accompagnarsi ad altri tipi di intervento di natura medica ed agevolarne l’esito favorevole.
Nella prima seduta, di solito, si individua insieme il problema principale della persona e si stipula una sorta di “contratto” che definisce obiettivi, risultati attesi e tempi presunti dell’intervento, che si conclude di comune accordo quando il problema è stato risolto.
In questo tipo di intervento, lo psicologo è più un facilitatore che un terapeuta: dà sostegno, infatti, all’iniziativa e all’assunzione di responsabilità da parte del cliente, favorendo l’assertività e l’autonomia, e si limita a portare la sua attenzione su ciò che gli era sfuggito, pur essendo sotto il suo sguardo. Se l’intervento è ben riuscito, lo psicologo diventa presto inutile e la persona si gestisce da sé. Per questo motivo, il Counselling è adatto agli adolescenti e agli adulti.
E che vuole dire “Gestalt Counselling“?
Il Counselling ad orientamento gestaltico, in particolare, per il suo impianto teorico fenomenologico, lavora sul “qui ed ora” dell’esperienza e permette alla persona di entrare immediatamente in contatto con il sentire corporeo, con le emozioni e con le intuizioni profonde. La fenomenologia è una corrente del pensiero filosofico del ‘900, fondata da Edmund Husserl, che ha indagato con grande lucidità la struttura dell’esperienza nel qui ed ora, mettendo fra parentesi la realtà esterna per indagare le modalità soggettive della conoscenza nel momento in cui avviene. In ambito clinico, questo approccio permette di sviluppare attenzione al sentire e di imparare ad osservare ciò che accade, diventandone consapevoli.
Le sedute individuali
La seduta dura di solito un’ora ed è orientata a generare consapevolezza di sé, a chiarire stati d’animo e situazioni e a trovare vie d’uscita creative ai problemi. Il setting è frontale: Counsellor e cliente si siedono uno di fronte all’altro, senza scrivania in mezzo. Questo permette di osservare e di osservarsi meglio e di instaurare più facilmente una relazione empatica. La seduta è spesso molto intensa, perché coinvolge la persona intera (corpo, mente e spirito) in un lavoro profondo di comprensione e di sblocco.
Le sedute di coppia: Counselling e Mediazione familiare
Nel caso delle sedute di coppia, il Counselling aiuta i partner a sviscerare le ragioni del conflitto, a mettersi nei panni dell’altro e a prendersi la responsabilità del proprio comportamento nella coppia, al fine di ristabilire, quando possibile, ad un livello più alto l’armonia perduta. L’obiettivo del Counselling di coppia è diverso da quello della Mediazione familiare: mentre il Counselling aiuta la coppia a dialogare e a superare gli ostacoli in modo costruttivo, e quindi a risolvere i problemi relazionali, la Mediazione familiare interviene quando uno o entrambi i partner hanno già deciso la separazione e mira a gestire il conflitto, evitando che degeneri, specialmente quando sono presenti dei figli, sostenendo la coppia a prendere accordi di separazione o di divorzio (genitoriali, economici, comunicativi) equi, condivisi e ragionevoli, nell’autentico interesse di tutti i soggetti coinvolti.
Non sempre i partner hanno chiaro se vogliano veramente separarsi. La prima seduta di Counselling, perciò, serve a chiarire allo psicologo e ai due partner se ci siano le condizioni per lavorare con il Counselling di coppia. In caso negativo, è compito dello psicologo sostenere entrambi i partner nella consapevolezza della situazione e nell’affrontare le forti emozioni ad essa connesse, indirizzandoli, se necessario, a percorsi ulteriori con altri professionisti o alla Mediazione familiare.
Il percorso del Counselling di coppia è necessariamente breve. Mediamente, non supera le 5 o 6 sedute. In questo approccio, il Counsellor è parte attiva nella seduta, ma si mantiene il più possibile imparziale fra i due partner. In casi particolari, può chiedere ad un collega (meglio di sesso opposto) di condividere la gestione della seduta, per riequilibrare assetti di potere molto sbilanciati.
Il Counselling di gruppo
Con i gruppi, infine, il Counselling aiuta a gestire i conflitti, a sbloccare dinamiche di gruppo controproducenti e a far emergere il “tema” del gruppo (la “figura”, in psicologia della Gestalt), di cui spesso i membri sono in tutto o in parte inconsapevoli.
Il Counselling di gruppo funziona molto bene con gruppi di persone che hanno un obiettivo comune, come una classe scolastica, un team di lavoro o un gruppo di ricerca. In ambito scolastico, per esempio, può aiutare un docente a gestire una classe difficile in caso di bullismo, di conflitti eccessivi o di dinamiche disfunzionali; può aiutare un gruppo di docenti a confrontarsi su difficoltà e vissuti relativi alla professione; può contribuire a migliorare la collaborazione fra docenti, studenti e genitori.
In ambito lavorativo, può migliorare le relazioni fra i membri di un team; aiutare a focalizzare gli obiettivi e a superare gli ostacoli alla riuscita di un progetto; può far emergere vissuti emotivi che causano demotivazione e inefficienza, contribuendo a superarli.
Può essere infine utilizzato anche in gruppi familiari, quando si tratta di affrontare problemi definiti. In caso di dinamiche profonde e patologiche, infatti, è meglio un intervento di psicoterapia familiare, magari di tipo sistemico.
Il gruppo di formazione (T-group)
Quando usato per la formazione, il gruppo gestaltico (T-group o Training-group) consente ai membri di imparare insieme, in profondità e mediante l’esperienza diretta. Il T-group fu inventato dallo psicologo della Gestalt Kurt Lewin, il quale si accorse che le persone (nel suo caso, i professionisti dell’ambito socio-sanitario) imparavano a comprendere le dinamiche di gruppo e a gestire meglio le relazioni umane quando riflettevano sulle esperienze vissute nel contesto del gruppo.
Nel gruppo gestaltico di formazione, si impara attraverso la condivisione di esperienze, opportunamente guidate dal formatore per consentire ai membri di sperimentare situazioni comunicative, comportamenti relazionali, modi di vedere o di pensare prima sconosciuti o poco usati. In questo modo, si può, per esempio (e qui faccio riferimento all’esperienza personale), formare un gruppo di operatori sociali alla comprensione dei vissuti psicologici dei bambini o delle donne vittime di violenza; guidare un gruppo di adulti ad osservare su di sé i meccanismi mentali della codipendenza affettiva; formare un gruppo di persone alla pratica del dialogo empatico e dell’ascolto; insegnare ad un gruppo di manager esperienza e teoria della leadership.
Il gruppo di formazione di solito comprende da un minimo di 6-7 persone ad un massimo di 15-20, ma può essere allargato, a seconda del tema, anche ad un numero maggiore di partecipanti, con l’aiuto di altri conduttori del gruppo.